martedì 29 giugno 2010

Un sogno


ho avuto un contrattempo che mi ha impedito, per più di tre mesi, di dedicarmi ai miei video.

Oggi però sono riuscito a terminare una nuova stupidaggine, questa.

La voce è di Sabine Bordigoni, io la chiamo più volentieri Sa: è stata naturalmente bravissima, come sempre, e meriterebbe qualcosa di meglio, in cui comparire.

Il resto l'ho girato con l'opzione video di una macchina fotografica abbastanza piccola, senza poter controllare praticamente nulla.

Probabilmente sono scemo, ma a me fa sorridere.





p.s. la qualità non è quella che vorrei, probabilmente è dovuto alle impostazioni, che iutubo legge male.
Tra le altre, correggerò anche questa cosa.

venerdì 25 giugno 2010

Peter Gomez


Un'animazione che ho fatto coi disegni di Manolo Fucecchi oggi è qui,


in prima pagina sul nuovo sito del fatto quotidiano. In un'interessante inchiesta di Peter Gomez sull'acquisizione delle registrazioni su Unipol a Fassino.

linko il video youtube.



lunedì 3 maggio 2010

Parlare con la gente passeggiare con i re

La sala è grande.

Qualcuno sta già facendo i conti: altro che appartamento..

Matteo sorride: son due, appartamenti.

sposta lo sguardo verso il centro della sala, con il dito la taglia in due per largo.

Chi è seduto, chi non riesce a stare in piedi e riempie lo spazio camminando.

Molti di noi hanno il naso puntato in alto.

Qualcuno risponde: ..si, bona! L'hai visto il soffitto?

Matteo ride: Mosca, se smezzi anche in alto ce ne viene quattro, allora.

Si ride. Siamo nervosi tutti.

Daniele è in un angolo con Marco, parlano sottovoce: Il dvd l'avrà visto? si, si, lui l'ha visto, me l'hanno detto.

La cosa che mi rende più nervoso, di questa situazione, è il fatto che ci lascino qui chiusi. Ogni tanto si affaccia uno di loro.

Più per controllare che sia tutto a posto. Gli frega mica niente di come si sta.

Ma è anche vero che a noi ci va bene. Bisogna capire che in queste circostanze c'è un protocollo.

In queste circostanze.

Si chiama Sala dello Zodiaco, c'è scritto in questo leggìo davanti a me, e io i Segni non li vedo mica: alle pareti ci sono quadri giganti; scene di caccia semiesotica che sembrano copiate dal rinascimento: brutti leoni che staccano la testa a gazzelle fatte male, alberi e vegetazione sfarzose, il sangue quello reso bene.

e noi, in mezzo, abito scuro come nell’invito.

Che continuiamo a scattare foto. Ce ne saremo fatte una ventina, ormai, tutti insieme e a gruppi.

D'altronde, pensavo, prima che ci ribeccate con questi vestiti addosso..

Tutti tranne Matteo, che vestito normale fa un effetto strano: come se qualcuno avesse preso uno di questi quadri qui e ci avesse appiccicato una figurina.

Non so se essere dispiaciuto o contento, per lui, ma la verità è che, come gli altri, sono distratto.

Continuiamo a dirci che è una bella occasione; Daniele dice siamo stati bravi, siamo d'accordo che è un peccato per Fede, che ha la partita.

Come alla prima proiezione, quindi. Manca Fede e manca Isaia.

Marco, suo figlio, me lo ha anche appena detto. Ti immagini se c'era me pà..

E io non lo so, giuro.

Me lo ricordo che si emozionava, Isaia, e secondo me non sarebbe stato nella pelle.

Come non ci sto io.

Sto pensando se ci sarà il fotografo, che magari ti fai una foto e un domani te la attacchi al muro, che ne so, dovessi avere uno studio..

"E sicchè vive a Roma.." dietro di me.

Mi giro e Alberto è lì che mi guarda. Alberto è stato socio fondatore, con Isaia.

Ora gli occhi gli ballano tra me e la finestra.

“Eh, mi sa di si…” la butto lì. Senza capire niente.

Lui rimane immobile, mi guarda un po’ storto. Sto facendo la figura del malato di Alzhaimer davanti a un vecchio di quasi novant’anni, che per giunta mi da del lei perché sono il regista..

“si, si, mi scusi Alberto. Si, vivo qui…”

Cerco di spostarmi verso la finestra: vorrei continuare il mio sogno di gloria, pensare all’attimo della stretta di mano: mi immagino uno sfondo chiaro..

Intanto però siamo un vecchietto che accompagna un disturbato mentale alla finestra.

Alberto parla ancora: quello laggiù è San Pietro?

Non riesco a mettere a fuoco la stretta di mano, gli rispondo da un chilometro di distanza.

No, San Pietro è più in là.

“E cos’è, allora, quello?”

“Non lo so, forse Santa Maria del Popolo.” Eh, mò ivvén..

“E quelle costruzioni sulla collina?”

Come quando stai sognando e continuano a scuoterti.

“deve essere.. come si chiama..” ci metto cinque minuti per farmi venire “..l’osservatorio!”

Alberto tira un sospiro. “Quando sono venuto a Roma a fare il militare quella collina lì era tutta verde, mi mandavano due volte al giorno..”

E’ troppo. Via dalla finestra, mi avvicino ad un tavolo.

“Oh, daniè, questo qui non ce lo volevo vedere, qui, eh!”

Sempre Alberto, ora tiene lo spigolo del tavolo tra pollice e indice.

Gli altri si avvicinano.

“Potta, hai visto? È ricostruito. Cosa ci voleva a farlo vero? ‘Un lo vedino com’è brutto? E’ finto.”

Mi spiega che prendi dello scarto di marmo e lo ricostruisci per la superficie, dentro lo riempi con non capisco bene cosa.

Mi allontano ancora.

Per la prima volta vorrei essere solo.

Ho davanti la porta da cui fra poco entrerà il nostro ospite.

Ci disporranno in fila, prima. Noi zitti e muti.

Ripenso a quello che mi ha detto Fede, al telefono:

“Non lo so, non credo che mi ricapiterà un’occasione del genere, nella vita..”

Poi mia mamma: “non ho parole per dirti quanto ho il cuore gonfio”

La mano di Alberto si appoggia sulla cornice della porta, a fianco a me.

“La senti? Appoggia la mano. Questo è marmo. Io so anche da dove viene. C’è una cava, in Piemonte. E’ lo stesso marmo del duomo di Milano.

Da lì, o dal Portogallo. Ma il Portogallo non può essere.

Lo so, lo faccio da tutta la vita.

Senti com’è freddo.”

Appoggio la mano.

Lui si gira verso Daniele.

“Daniè, io sono fatto così. Non mi riesce di emozionarmi per questa roba. Se ci sono i sacrifici, le battaglie, allora piango. Ma questa roba qui non mi riesce.”

Fra poco entrerà il Presidente della Repubblica, da questa porta.

Arriverà di corsa, mi stringerà la mano senza guardarmi negli occhi, parlerà di fretta e di fretta ascolterà, come chiede il protocollo, in queste circostanze.

Io sembrerò uno degli animali di questi quadri. Un trofeo da caccia. Un regista impagliato.

Lui mi sembrerà più basso di come pensavo, mi sembrerà una brava persona, tenuta chiusa da quei meccanismi che ti possono anche schiacciare come imbamboleranno me, in queste circostanze.

Mi chiederò se vale la pena vivere una vita, in queste circostanze.

Per ora, ringrazio di non essere solo, di essere con Alberto e con gli altri.

Ringrazio il freddo di questo marmo.







martedì 27 aprile 2010

Tu tubi


Coi soliti tempi biblici, è arrivato anche il canale youtube.


Ad ora, ci sono una versione di Marina, la neve che si vede meglio e soprattutto sempre.

Poi, due animazioni:

la sigla della trasmissione L'Era Glaciale di Daria Bignardi, che ho fatto con Gianni, in arte Gipi, l'anno scorso,

e il servizio a fumetti dell'ultima puntata di questa stagione di Tetris, la storia delle liti tra Fini e Berlusconi, prima degli ultimi avvenimenti.

Presto caricherò altre animazioni, un pò di documentaristica, le altre cose che ho fatto.

Non scrivo più.
Non mi riesce ragionare di quello che faccio, ultimamente. Mi sembra di celebrarmi. Mi sembra di stare a guardare.

Mi riesce molto più facile farlo, e basta.

D'altronde, in un certo senso, non ci sono grosse novità.

E' ancora difficile.
E' ancora bellissimo.

venerdì 5 marzo 2010

Mentre scendi


Mi sono preso una pausa.

L'ho fatto, ogni tanto bisogna staccare.
Le cose non sono oggettive, me l'ha detto Gianni, mio fratello.

Me l'ha detto solo per tirarmi un pò su e non ci credo, non fino in fondo.

Per quel pò che è vero, però, ora sto meglio.

Sono stato a sciare, ancora neve.
Coperte di bianco, le cose sono un pò più oggettive, forse, sicuramente molto belle.

Caricherò qualche altra palata di neve appena mi sarò fatto un canale youtube e avrò recuperato la telecamera, che proprio a causa della neve, questa volta a roma, si è rotta.
In verità la telecamera si è rotta perchè sono un demente, la neve mi ha solo dato una mano.

Mi ha dato una mano anche a riposarmi e a scendere dai monti, però.

Mentre scendi stai attento a seguire bene quello che hai sotto i piedi, cerchi di non scomporti mentre prendi velocità.

Non mi è riuscito sempre, ho fatto un bel paio di voli.

Ti rialzi e ricominci.

Scendi ancora, ancora più veloce, il più composto che puoi.

Eisenberg ha detto, un pò di tempo fa:

« non è possibile conoscere simultaneamente la velocità e la posizione di una particella con certezza »

in questa scatola a sonagli che mi ritrovo al posto della testa è come se avesse detto:

« non puoi dire quello che sei ora fino a che non sarai qualcosa di diverso »

e anche:

« mentre guardi, ogni cosa sta cambiando »

questa roba continua a ronzarmi in testa, mentre inizio un nuovo lavoro, il più bello che ho mai potuto fare.

Potevo dirlo anche con meno parole.

Potevo dire anche, semplicemente:

sto bene.

lunedì 8 febbraio 2010

Let it snow..


Avevo cinque anni.

Mamma mi sveglia mi dice vieni a vedere.
Non lo so perchè, ma nel ricordo che ho è domenica, guardo dalla finestra e il tetto della scuola che ho sotto casa è bianco, bianco il piazzale, bianco dappertutto.

Certo che l'ho già vista, la neve. Ma mica sotto casa.

La neve fino ad allora è una cosa da vacanze.
Da partire presto col buio il babbo già incazzato la mamma che si affretta presto hai preso tutti i vestiti la macchina in galleria autogrill posti strani dal finestrino.
Poi, all'arrivo da qualche parte, la neve.

Quel giorno non è così. Quel giorno il bianco è lì senza che facciamo niente, io mi sono appena svegliato.

Ce ne andiamo alla polveriera, dai nonni, fuori città.
Là mi ricordo solo che cercavo di aggiustarmi un sacco del lozzo sotto al culo col babbo, poi giù per la discesa.
La neve era divertentissima.

Sono passati venticinque anni.

La neve è tornata a massa, anche io.

Ho girato questo video stupido con la Fra.

La telecamera è più piccola della mia mano, e non sta ferma (avevate dubbi?) ma è stato divertente anche questa volta.


giovedì 4 febbraio 2010

Nel sogno sono il gatto


E lo sono davvero.

E' solo un'anticipazione però.

C'è tanta di quella roba da buttare giù, che ho le vertigini, ad iniziare.

Il Serchio non ha risparmiato Lucca, Pisa, nè me.

A me con la piena mi ha portato un fratello maggiore e una storia stupida, inutile, meravigliosa.

Fra un pò la racconto.

Intanto ieri è ricominciato Tetris, programma in onda tutti i mercoledì in prima serata su la7.

All'interno i servizi a Fumetti di Emanuele Fucecchi, animazione e regia video sono mie.
Una collaborazione dibattuta per entrambi senza dubbio, ma che continua a dare risultati sempre più apprezzati.

Non ultimo, lo spazio che Repubblica TV ha dedicato al fumetto d'esordio su Berlusconi di ieri sera:


qui un esempio di fumetto dell'anno scorso:


Il 14 Febbraio nuova proiezione a Forte dei Marmi di Lavorare Liberi,
io e il maledetto dello Stagi siamo là.

come dicevano gli studenti del Maggio francese,

ce n'est qu'un debut.