giovedì 17 dicembre 2009
LAVORARE. LIBERI.
venerdì 4 dicembre 2009
EVO - Il tempo delle fiabe
Quando un poeta latino iniziava una satira, per primo usava questa formula.
Primum ego me illorum dederim quibus esse poetis,
exceperam numero…
Per prima cosa io mi toglierò dal numero di coloro ai quali concedo di essere poeti
Ingenium cui sit, cui mens divinior atque os
magna sonaturum, des nominis huius honorem…
A chi possegga ingegno, a chi una mente più che divina e una bocca
destinata a sublimare cose grandi, a costui devi concedere l’onore di questo nome…
è un esempio tratto da Orazio.
Dice, lui: non mi chiamate poeta, non sono un poeta.
C'è gente più brava di me, che ha l'ispirazione degli dei, quella vera, e che quindi scrive generi molto più aulici, molto più elevati stilisticamente e per contenuto del mio, io voglio solo scrivere una satira.
E' solo un esempio.
Il fatto di chiedere scusa, appunto, per non avere la forza d'animo e di espressione per trattare temi più aulici ( al tempo leggasi anche commerciali ) era una formula fissata, che ritorna all'inizio di molte satire.
In realtà credo che ai tempi fosse un pò un convenevole, un pò una ruffianata... in entrambi i casi molto meno di quello che sto per fare io, al momento di parlare di Evo.
Evo è una miniserie a Fumetti, di cui sono autore insieme al compagno di briscola di una vita, Tommaso De Stefanis.
Il secondo volume di Evo, Il tempo delle fiabe, è appena uscito alla Fiera dei Comics di Lucca.
Andrea Del Campo, il disegnatore, ed Eleonora Dea Nanni, che ha disegnato l'epilogo della storia, hanno portato a termine un lavoro da veri Professionisti.
Tommaso De Stefanis e Io abbiamo firmato la sceneggiatura.
Notte, una scuola occupata, una ragazza che ha strane visioni di un fiume e decide di confidarsi.
Il nostro rapporto difficile con la realtà di tutti i giorni.
Evo comincia così.
Nelle tavole di un grande Francesco Trifogli, qui sotto, Fiore ha raccontato tutto ad Ezra, il ragazzo che si è innamorato di lei senza dirglielo.
Visioni, mostri, matti del paese ed assassini sanguinari.
Ezra le risponde con quello che sa, sull'esclusione e sulla realtà.
Massa, lo scoppio della farmoplant, il bambino, le visioni, il fiume.
Il fumetto, la realtà.
Queste sono le pagine di Evo a cui sono più affezionato.
Forse perchè le ho scritte io.
Forse perchè provano a portare il nostro mondo di provincia coi suoi drammi e le sue piccole rivalse da un'altra parte, cosa che non ho più fatto, da allora.
Non più in questo modo.
Montale aveva detto: Cerca una maglia rotta nella rete
che ci stringe, tu balza fuori, fuggi!
Va, per te l' ho pregato, - ora la sete
mi sarà lieve, meno acre la ruggine...
Evo lo trovate in molte fumetterie, e fra poco anche nelle librerie, probabilmente.
Evo ha avuto il grande pregio di tenermi la mente sveglia e la voglia di scrivere nei momenti più bui di questi dieci anni, fino qui.
E' stato la mia ancora, è buffo, quando per me la realtà era veramente difficile e non riuscivo a lasciare andare l'immaginazione, se non con queste storie.
Col tempo, ho maturato la convinzione che quello che ci circonda veramente è molto meglio di ogni storia che possiamo inventare.
Quando ho scritto Evo, la pensavo diversamente. A volte, l'evasione è necessaria.
A volte è il tempo per le fiabe, anche se come questa hanno toni più scuri e metropolitani.
mi scuserete, se per questa volta non ho parlato una lingua più degna.
Ingenium cui sit, cui mens divinior atque os
magna sonaturum, des nominis huius honorem…