Dieci notti, undici giorni.
Quattro persone.
Porto nel cuore con me tutti quanti ci hanno scritto, pensato, cercato, pregato di tornare a casa in questo tempo.
Siete importanti, per me.
Quando Amedeo mi ha parlato del progetto Silenzio, si muore, sono sicuro non pensava a questo.
Non parlo degli imprevisti che succedono.
Parlo di un'altra cosa.
La guerra in Siria dura da quasi due anni, ormai.
E' diventata uno scempio sanguinario, un'ingiustizia sempre più taciuta.
Milioni di persone la vivono ogni giorno, senza possibilità di redenzione, nell'indifferenza del mondo esterno.
Quattro giornalisti rilasciati, decine di innocenti morti in questi giorni.
I giornali parlano di noi.
Volete sapere come stiamo? Bene.
E' stato difficile?
Quante altre mamme vivono quello che ha vissuto la mia, da quanto tempo. Per quanto tempo, ancora.
Non è stato difficile, andate a cercare le persone per le quali è difficile.
Stiamo bene. Chiedetevi come stanno tutti quegli altri ragazzi, uomini, donne come noi.
Sentite, per un attimo, la loro mancanza come avete sentito la nostra.
Provate il desiderio di abbracciarli, di parlarci, di guardarli sorridere ancora come avete fatto per noi.
Seguite le loro storie, infuriatevi perchè nessuno parla più di loro, e vi mancano.
”Sono andato in Siria per parlare di quella sporca guerra,
non sono contento che invece si parli di me, non è quello che volevo”
Amedeo Ricucci