sabato 7 luglio 2012

Aula Audiovisivi - Presentazione


Tempo fa ho scritto questo.

Parla di questa traccia che Tarkovskij mi ha lasciato addosso, con quel film.
Mi è accaduto spesso.

La prima volta che ho visto quel film ero in Aula Audiovisivi, Dipartimento di Storia delle Arti, Piazza San Matteo in Soarta, a Pisa.

Nel mio ricordo sono cinquanta metri quadri di aula circa, circa quindici postazioni video.
Ogni postazione video è una sedia con un televisore ed un registratore VHS davanti. Ai lati, due pannelli di legno bianchi per isolarti nella visione. Di là da ogni pannello, un'altra postazione ed un'altro come te. Una specie di rito individuale collettivo: come una confessione, o meglio, un battesimo. Sul tavolo di fronte a te, un paio di cuffie.
In fondo alla sala c'era una mensola piena di cassette VHS coi film più importanti dei corsi di Storia del Cinema e Semiologia del Cinema.
Muybridge, Porter, Griffith, Lumière, Lang, Vertov. Su fino a Wells, Truffaut, Fellini, Hitchcock, Ivens, Ferreri.
Solo una minima parte degli autori, come mi torna alla memoria.

Come guardare dall'alto di una collina una mandria di splendidi stalloni al galoppo, giù nella prateria.

Anche se per chi ti guardava, eri solo un nerd qualsiasi che poteva impiegare anche venti minuti a scegliere una pallosissima VHS.
Alla fine sceglievi il tuo insegnante della prossima ora e mezzo, prendevi la VHS, la offrivi in pegno al registratore recitando una qualsiasi preghiera al Dio dell'Analogico o ai suoi santi ( ave, Rybczynski, morituri te salutant.. ), sperando tutto funzionasse. E ti preparavi allo spettacolo.

Quell'aula è stata una scuola a parte, una storia del cinema a parte, ma anche un'adolescenza a parte. Per me e spero per molti altri.

Le cose sono cambiate. Il mondo come lo conoscevamo è andato perduto. Un nuovo Dio è arrivato e ci ha costretti alla conversione.

La leggenda narra di cassette rinchiuse in un archivio. Di quest imposte agli studenti per liberarle ed assistere ancora alle rivelazioni.

Questo è un diario degli insegnamenti che il Dio dell'Analogico ci ha reso in quegli anni, perchè non vadano perduti.

Qui, in seno all'impero del Dio del Digitale, di quando in quando vi condurrò in segreto in quel vecchio tempio per rendere a voi il testamento del nostro Dio perduto.

Sempre che il registratore non si mangi il nastro. O che non vi facciate due palle così.

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