venerdì 22 agosto 2014

Cosa cerchi, e dove





Beit Lahiya è sul confine.

Uno dei primi quartieri che puoi incontrare entrando nella striscia di Gaza, attraversando la frontiera da nord, sul valico di Heretz.

Questi palazzi dall'alto di una collina dominano tutto il paesaggio, le facciate rivolte sul muro di recinzione della striscia, e rappresentano un problema strategico per Israele, che durante l'ultima operazione ha trattato il problema in questo modo.


 


Mentre i droni le ronzano sopra la testa e la osservano, una bambina palestinese usa adesso il suo vantaggio strategico dall'alto di questi scheletri di cemento per fermarsi un attimo ed osservare i crateri che i bombardamenti hanno lasciato al posto di interi isolati del suo quartiere, là in basso.




All'inizio di lei non sappiamo nulla.
Si porta dietro la custodia di un iphone e qualcosa avvolto in una carta da regalo: ha cercato di recuperare un orologio a muro, ma era troppo grande per lei.
In poco tempo scopriamo che la sua famiglia vive ancora al terzo piano di uno di questi palazzi, abbandonati da tutto il vicinato perchè troppo esposti alle bombe.







La madre ci scherza sopra: più che delle bombe, dice, la sera che sono rimasti soli in tutto il complesso residenziale senza acqua e corrente elettrica lei ha avuto paura dei fantasmi.

E a questo punto lo chiediamo, ma lo sappiamo già.

Sappiamo perchè sono rimasti a vivere qui, nonostante il pericolo sia altissimo e tutti gli altri se ne siano andati.
Sappiamo perchè non hanno lasciato la casa dove i più piccoli sono nati e cresciuti, dove i loro genitori hanno avuto il coraggio di immaginare un futuro.

C'è una scritta sul muro, davanti alla porta di ingresso di casa loro: la bambina vuole leggercela, la recita come una filastrocca.
Noi non capiamo, e qualcuno cerca di tradurci sommariamente:





La vita senza amore non vale la pena di essere vissuta.



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